Nel silenzio generale in Etiopia, precisamente nella regione settentrionale del Tigray, si sta verificando una crisi di rifugiati di dimensioni enormi. Nelle ultime due settimane sono quasi 40mila le persone che stanno cercando di mettersi in salvo dai feroci combattimenti in corso e il numero è destinato a crescere. Il conflitto nel Tigray, che ha già causato centinaia di vittime, è iniziato quando il governo federale dell’Etiopia ha accusato il partito al governo della regione settentrionale, il Tigray People’s Liberation Front (TPLF), di un attacco a un campo militare, un’accusa che il TPLF nega.
Lo apprendiamo dal sito The New Humanitarian, che si occupa di giornalismo al servizio di milioni di persone colpite da crisi umanitarie in tutto il mondo. Il principale punto di transito per i rifugiati è rappresentato dal confine con il Sudan. Diverse sono le organizzazioni umanitarie nel Sudan orientale, stanno creando punti d’acqua e distribuiscono cibo e materiali per i rifugiati. Ma gli aiuti sono sempre pochi e le organizzazioni riescono a fornire principalmente beni di prima necessità, come biscotti, coperte e sapone.
A riferirlo è l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’UNHCR. La situazione è ormai fuori controllo e ci chiediamo quale sarà la fine che faranno queste migliaia e migliaia di rifugiati.