“Vietato parlare, vietato fare domande”.
Ecco cosa emerge quando la burocrazia si scontra con il buon senso.
Ne abbiamo avuto prova martedì sera quando nella sala consiliare del comune di Magenta andava in scena il primo incontro conoscitivo con le associazioni e le istituzioni religiose. La Sindaca Chiara Calati non solo ha negato al rappresentante dell’associazione Moschea Abu Bakar, Munib Ashfaq, di formulare una domanda sull’area del cimitero da dedicare ai fedeli islamici rispondendo in maniera a dir poco sgarbata (“È una fase di ascolto, quindi non daremo risposte. Oggi raccogliamo semplicemente le istanze”).
Ma ha vietato anche all’estensore del PGT, l’architetto Paolo Favole, di avere delucidazioni in merito alla sepoltura islamica.
“So parecchio sull’architettura delle moschee, tanto che ci ho perfino scritto un libro – ha detto l’architetto – ma poco o nulla sulla pratica della sepoltura e vorrei approfondire l’argomento”. Ma la Sindaca ha interrotto tutto con un modo di fare degno di un caporal maggiore che non sa nemmeno come ha fatto ad avere i gradi. La Nuova Italia auspica un modo di fare diverso per il futuro. Sarà anche vero che quello era un incontro conoscitivo, ma cosa avrebbe comportato una semplice domanda? Tanto più da parte di un tecnico come l’estensore del PGT.
Oggi sfogliamo i commenti su Facebook e troviamo la riposta della Sindaca che, tra l’altro dice: “Avete fatto domanda e vi è stata data risposta. Essendo questione articolata vi è stato suggerito di approfondire in altro momento…Per qualunque necessità di approfondimento sono a disposizione aggiungendo che sono contenta della vostra partecipazione ieri”.
Pronta, sempre su Facebook, la risposta di Munib Ashfaq: “Sindaca Calati, guardi che lei si sta confondendo di nuovo. Io ho fatto delle domande e lei non ha voluto rispondere. Non viviamo nel medioevo e per fortuna ci sono dei filmati che lo provano. Sottolineo che lei si è comportata malissimo, non solo nei miei confronti, ma soprattutto nei confronti del dott. Favole”.