È un principio garantito dalla Costituzione e vale per tutti. La Nuova Italia crede in questi principi e crede che nei confronti Aslam Khan e di tanti cittadini musulmani che non hanno potuto trovare sepoltura a Magenta sia stato negato un diritto. Aslam, come ricorderete, è il cittadino di origini pakistane morto a 50 anni a Magenta per arresto cardiaco in covid. Era positivo da tre giorni. Ricordato da Ayub Akhter, presidente dell’associazione Moschea Abu Bakar, come grande lavoratore, il Comune aveva concesso il diritto alla sepoltura, ma non secondo il rito islamico. Questo ha reso necessario il trasferimento della salma nel cimitero di Varese, dove esiste uno spazio dedicato. Esiste davanti al Tar un ricorso pendente sulla questione cimitero. “Non si tratta soltanto di un pezzo di terra negato – ha detto l’avvocato Luca Bauccio – crediamo che, con questo schiaffo lanciato dall’Amministrazione magentina, sia stato leso l’onore e la dignità di un uomo. Per quanto ci riguarda lo consideriamo un vero e proprio atto di crudeltà”. I dati forniti da Munib Ashfaq, segretario del movimento La Nuova Italia, dicono che nella sola città di Magenta risiedono 2.800 stranieri. Di questi, 1.500 circa sono di fede islamica. Una, due persone l’anno muoiono, cosa che fa parte delle leggi della vita. Il problema della sepoltura è importante e crediamo debba essere risolto al più presto. Un cittadino di origini egiziane ha parlato della morte di una donna e dei suoi bambini che non possono andare a trovare la mamma perché sepolta in Egitto. Tutto questo deve cambiare.
Il Video girato a ricordo di Aslam Khan