Lo scorso 29 ottobre il segretario del movimento politico La Nuova Italia Munib Ashfaq è stato ospite della trasmissione televisiva Diritto e Rovescio condotta da Paolo Del Debbio. L’argomento era ancora una volta il caso della povera Saman Abbas. Pur nel poco tempo a disposizione Munib è riuscito a tenere testa a Pietro Renaldi, condirettore di Libero che su un argomento orrendo ha infarcito le sue teorie di pregiudizi.
“Ho ribadito che l’omicidio di Saman non c’entra nulla con la religione islamica – ha detto Munib – Anzi, se la famiglia avesse applicato le prescrizioni religiose la ragazza oggi sarebbe ancora viva. La religione islamica garantisce il diritto allo studio, alla conoscenza, al sapere. La donna è libera di scegliere il marito”. Munib ribadisce l’elevatissimo numero di donne, oltre 150, vittime di femminicidio in Italia. La violenza domestica in Lombardia è al primo posto tra i delitti e spesso i carnefici sono i familiari più stretti.
“Se ne parla da anni, ma nel concreto si fa ben poco – continua Munib – Il codice rosso va rivisto perchù non funziona bene. Spesso le donne, dopo l’intervento delle autorità, devono rimanere nell’abitazione con il loro aguzzino”. Munib ha citato i tanti casi orribili proposti dalla cronaca. Da Sarah Scazzi, a Melania Rea a Giulia Tramontano a tantissime altre. “Parliamone perché bisogna parlare di queste cose – conclude – Ma senza strumentalizzare e senza fare propagande politiche. Dobbiamo tutelare le donne vittime di violenza e lavorare affinché questo non accada più”.
Dalla seconda ora si parla di Saman con l’intervento di Munib: